L’ALLUME D’ISCHIA E I MARCHESI DEL VASTO (E DI PESCARA)
Nell’elenco sommario dell’Archivio privato della famiglia d’Avalos di Napoli, pubblicato poco più di 10 anni or sono, troviamo, al numero 1352: “Copia informe della donazione della lumiera d’Ischia fatta da Ferdinando d’Aragona” (LUISE 2012, pag. 220). I documenti, dopo alcune vicissitudini giudiziarie, sono stati affidati all’Archivio di Stato di Napoli e sarebbero “in fase di ordinamento e tuttora fuori consultazione”, come cortesemente comunicatomi dalla Direzione. E poiché, come è noto, sono andati perduti i registri Privilegiorum del periodo aragonese che ci interessa, non è possibile, al momento, verificare alcune discordanze emergenti dalla bibliografia.
Ricavo un primo accenno sull’interessamento di un nobile d’Avalos all’allume di Ischia da una dettagliatissima cronaca dell’impresa di Consalvo di Cordova, scritta da un “ cronista del Regno d’Aragona”: nel 1503 si era presentato, davanti al “Gran Capitano”, “…Don Inigo de Avalos Marchese del Vasto…molto incline a mostrarsi spagnolo, e molto nemico della gente francese, desiderava servire il re…chiedeva che il re gli concedesse il governatorato di Ischia, in tempo di guerra e di pace, con la tenenza della fortezza, come gli fu concessa da re Federico, per tutta la vita, con tutte le rendite dell’isola, con i castelli e con le miniere d’allume…la nuova concessione dell’sola di Procida come la teneva Michele Cossa” e altri privilegi e rendite a favore suo, della sorella Costanza contessa di Acerra, del nipote Ferdinando, riconosciuto Marchese di Pescara in base alle vicende familiari, e dell’altro nipote Giovanni d’Avalos di Aquino (CURITA 1580, pp. 272v.-273). Un cronista napoletano, contemporaneo dei fatti, aveva dato, dell’evento, notizia più stringata ma meglio localizzata e datata, seppure con una piccola incongruenza cronologica: “Ali 14 di maggio 1503 è venuto in Napoli lo signore Marchese de lo Guasto nominato don Inico de Avalos a portare le chiavi, al signor gran Capitanio, del castello di Iscla & anche della terra. Alli 16 di maggio 1503 di martedì sono andati li sìgnori eletti de Napoli…ad incontrare 1' Illustrissimo signore gran Capitanio di Spagna quale era arrivato a Poggio reale, & li portaro le chiavi de Napoli; dopo ci arrivai lo marchese de lo Guasto, che le rappresentai le chiavi d’ Ischa & lo gran Capitanio a quello abbracciò molto strettamente” (PASSARO 1765, pag. 138). Più preciso è un altro cronista napoletano del Cinquecento, secondo il quale “…a li 14 de magio vende il marchese de lo guasto da Yscha et portò le chiave de Yscha al gran capitanio nomine Consalvo ferrando , lo quale stava con lo exercito allo Gaudello, perchè haveva seguitato la victoria et veniva per ponere campo in Napoli” (FUSCOLILLO 1876, pag. 74).